Abitanti

L'Uruguay ha una popolazione che ammonta a 3.494.382 unità distribuita in modo eterogeneo sul territorio, dato che poco meno della metà di essa risiede nella capitale. Circa il 89% degli abitanti discende da immigrati provenienti dall'Europa, primi fra tutti gli spagnoli seguiti dagli italiani: si stima che il 40% degli uruguayani sia di origine italiana. L'8% della popolazione è formata da meticci, risultato delle unioni fra i conquistadores europei e la popolazione indigena locale, circa il 2% da neri o Afro-Uruguayani, discendenti di ex-schiavi africani, e la restante parte da asiatici, principalmente cinesi e giapponesi. La popolazione indigena, formata dagli indios charrùas, è praticamente estinta.


La lingua ufficiale è lo spagnolo, che presenta alcune differenze fonetiche dallo spagnolo iberico, derivanti dalle lingue portate dagli immigrati, principalmente italiani e viene definito Rioplatense poichè è comune a tutta l'area del Rio de la Plata. A nord del paese è diffuso il portuñol, una forma di spagnolo fortemente influenzata nella pronuncia dal portoghese del vicino Brasile.


La religione più diffusa è quella Cristiano-cattolita, praticata dal 47,1% degli abitanti. I Protestanti ammontano all' 11,1% mentre atei e agnostici corrispondono al 17,2% della popolazione. Gli Ebrei, lo 0,3% del totale, risiedono principalmente nella capitale mentre la religione Umbandista raccoglie lo 0,6% di adepti. Vi è poi il 23,2% degli uruguayani che dichiarano di credere nell'esistenza di Dio ma non si riconoscono in nessuna confessione religiosa. I Musulmani ammontano a circa 300 unità. Dal 1919, anno di approvazione della costituzione, l'influenza della Chiesa cattolica sullo stato si è notevolmente ridotta e oggigiorno l'Uruguay è uno dei paesi più laici dell'America meridionale.


Dall'inizio del 2008 la legislazione consente alle coppie omosessuali di contrarre unioni civili, dopo cinque anni di convivenza, che offrono diritti simili a quelli del matrimonio.
L'Uruguay è stato il primo paese dell'America meridionale a raggiungere questo importante traguardo legislativo. Il Frente Amplio, coalizione di sinistra al potere, ha promosso questi emendamenti che hanno trovato l'appoggio persino di alcuni esponenti dei partiti di destra all'opposizione.
Dal 2009 la legge consente il cambio di sesso e di nome per i maggiori di anni 18.